giovedì 27 febbraio 2014

principesse, uncini, ragni e pajette



A carnevale ognuno si veste un pò come gli pare: indossa gli abiti del suo eroe o si trasforma in quello che avrebbe sempre voluto essere.
A casa nostra è quasi sempre carnevale: gli abitanti sotto il metro e dieci sono spesso travestiti e quando litigano chiamano gli eroi più comodi in propria difesa. Leone prende l'uncino e dice alla sorella che è il temibile pirata, Cecilia diventa una principessa piratessa, pronta ad ogni angheria!
Per lui c'è l'imbarazzo della scelta: lumaca, calciatore, squalo, diavolo, cavaliere, palla, l'evergreen pirata, il classico Spidermen...
Per lei invece: Aurora, Rapunzel, Ariel, Biancaneve, Merida, principessa, principessa e ancora principessa! 
Che noia!
... Quando finalmente arriva una sorpresa mozzafiato per la festa di oggi : mamma, per la festa di scuola, mi vesto da fragola!
Che meraviglia!
Abbiamo lasciato da parte lustrini, pajettes, cipria, parrucche e ombretti zuccherini per infilarci un fantastico abitino fatto in casa che ha chiuso la porta in faccia all'immaginario fiabesco, forse addirittura dysneiano, che caratterizza l'estetica di mia figlia!
Il cambio di rotta è stato improvviso.
Non ho ben capito se è solo per indossare improbabili parrucche che la fanno sembrare raffaella carrà, se è per gli strass che adora più di ogni altra cosa al mondo o perché tutte in classe sua vorrebbero essere per un giorno principessa, fatto sta che il travestimento sembrava avere buttato una luce loschissima sui desideri e le aspettative di mia figlia. Alla prima festa in maschera, dove quasi tutte le bimbe erano spaventosamente vestite al medesimo modo, indossando gli abiti della principessa dysneiana di turno (la reginetta quest'anno, almeno dalle nostre parti, è Elsa), Cecilia era vestita da sirena, ma si spacciava per una più riconoscibile sirenetta Ariel, principessa degli abissi!
Sono una principessa, una semplice e banale principessa! ecco tutto.
E oggi, invece, tutta da mangiare, fiera di avere contribuito alla manifattura del nuovo abitino, sembra avere scelto una strada  diversa:  più creativa, più autonoma... dove non ci sono principesse, né principi confezionati ma dove poter brillare di luce propria, dopo avere fatto quello che davvero ci piace!

mercoledì 12 febbraio 2014

impariamo a leggere?




Mamma che ho scritto qui? e qui che c'è scritto? me lo leggi?
Leone, vieni qui che ti leggo una storia e accendi la luce che non riesco a leggere... 

Insomma, ormai a casa è un tormentone! Cecilia vuole leggere e scrivere. 
Forse soprattutto leggere!
Sarà perché è un pò competitiva e in classe le sue amichette vengono preparate alle elementari (in una classe mista o verticale che si voglia - bimbi in classe dai 3 ai 5 in caotica eredità montessoriana- non tutti i bambini fanno le stesse cose: se maturano nel prendersi reciprocamente cura i grandi dei piccoli e i piccoli dei grandi, sono costantemente abituati a lasciare andare via gli amichetti alla fine dell'anno e, alle volte, sono anche impegnati in attività diverse, pur stando in classe insieme) o semplicemente perché è curiosa, fatto sta che ha una voglia matta di leggere. 
Leggere tutto: libri, scontrini, custodie di cd, giornali, foglietti, bottiglie del latte, scatole di biscotti, istruzioni, bugiardini... 
Negli ultimi tempi ho scoperto che dappertutto si può nascondere un racconto surreale, personale, strampalato... comico!
E' sorprendente trovare un barattolo dello yogurt con su stampate fantastiche avventure o cavalleresche epopee. 
Il menù settimanale del ristorante sottocasa? voilà: picaresche imprese di pesci saltanti che hanno, stranamente, i nomi delle sue amiche più care.
Il libro del papà? una frizzante miscela di favole dove biananeve va a cena con aurora nel ristorante di peter...
Chissà, tutto questa voglia di leggere e fare la grande mi fa venire molti dubbi! Tra poco scadono i tempi per le iscrizioni a scuola e io ancora non l'ho iscritta da nessuna parte. Sono divorata dai dubbi: assecondo la sua voglia di crescere anticipandola a scuola? La lascio nell'asilo in cui sta, dove il prossimo anno non starà con le sue amiche che andranno alle elementari? E poi: dove iscrivo Leone, qui o nella scuola dove farà le elementari domani Ceci? 
Chi lo avrebbe mai detto che mi sarei lacerata in un dubbio più complesso dell'amletico essere o non essere...
Mha, ho come la sensazione che qualunque cosa farò sarà sbagliata... 
Comunque per ora impariamo a leggere e ci siamo fatte il nostro ABECEDARIO, repentinamente appeso sul letto per una pronta lettura!


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